Il termine “presepe” è improprio, per questo forse è poco conosciuto, eppure, proprio come quello natalizio, è una tradizione molto antica che si sta via via riscoprendo in varie parti d’Italia, dal Piemonte alla Sicilia, dal Friuli alla Sardegna. Il fine è lo stesso di quello di Natale e parte dalla gente semplice: rendere visibili gli avvenimenti sacri e in particolare le vicende legate alla vita e alla morte e Risurrezione di Gesù. E’ un tipo di devozione popolare ancora più antico delle Sacre Rappresentazioni del XIV secolo.
Normalmente le scene vengono allestite durante la Quaresima e vanno dall’Ultima Cena alla Risurrezione, ma possono andare anche oltre.

Nell’allestimento del Presepe, ci si può soffermare in una scena singola (Ultima Cena, Getsemani, Crocifissione …) oppure presentare il tutto come un cammino. I modi di preparazione sono vari: paesaggio con statuine (se ne trovano in commercio), disegni, foto, simboli … Costruirlo è un’occasione per creare, in famiglia o in parrocchia, qualcosa di semplice e bello che tenga tutti impegnati, offrendo anche momenti di riflessione e di preghiera.
Quest’anno ne abbiamo allestito uno nella Casa Generalizia CRIC, situata in via Federico Torre 21, Roma. E, al termine del VII Centenario della morte di Dante Alighieri, sarà proprio il Sommo Poeta, attraverso la sua “Divina Commedia”, a guidarci nel nostro cammino spirituale verso la Santa Pasqua. Col suo capolavoro, infatti, al di là dell’immenso valore letterario (“La Divina Commedia è una grande creazione poetica che abbraccia e sublima in arte tutto lo scibile umano e divino del Trecento”. (C. Dragone) ) Dante descrive anche il suo itinerario interiore, che lo ha portato da un periodo di dubbio e di smarrimento (“la diritta via era smarrita”), attraverso una salita penitenziale e purificatrice (il monte del Purgatorio) spinto dal desiderio di “riveder le stelle”, al ritrovamento della fede e della gioia della Grazia di Dio (“Amor che move il sole e l’altre stelle”), (il Paradiso).

In fondo, questa è l’esperienza di ogni uomo che, dopo ogni caduta, sa riconoscere la propria situazione e ha la forza di aggrapparsi all’unico Salvatore del mondo. Dante, in particolare, testimone della sete di infinito insita nel cuore dell’uomo, come autentico cristiano diventa “profeta di speranza” (lett. Apostolica “Candor lucis aeternae” n. 3).
È la storia universale della Redenzione: Gesù, vero Dio e vero uomo, ha preso su di sé tutte le conseguenze del peccato e ci ha redenti con la sua morte redentrice. Nell’orto degli ulivi ha preso su di sé i peccati dell’umanità, salendo al Calvario ha voluto purificarci offrendo la sua vita, con la sua Risurrezione ci ha reso partecipi della sua vita divina.
In modo molto semplice il nostro “presepe pasquale” ha voluto rappresentare tutto questo. Non resta che venire a visitarlo nella Casa Generalizia oppure …..
Padre Giorgio
